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Virgilio Milani e Rovigo

Virgilio Milani nacque a Rovigo nel 1888; trascorso il tempo della formazione, compiuta all'Accademia di Belle Arti di Venezia, fece ritorno nella città natale, per stabilirvisi e trascorrervi tutta la sua vita personale e artistica: qui fu testimone delle vicende storiche che colpirono e trasformarono il Rodigino e il Polesine durante il Novecento, segnando nel territorio il passaggio da un'economia e una società rurali, ancora legate schemi antichi, basate sull'agricoltura e l'allevamento, a un sistema produttivo industriale, con tutte le conseguenze e le ripercussioni nell'equilibrio delle comunità locali.
Come la critica ha avuto modo di sottolineare anche in tempi recenti, Milani è scultore 'pubblico' per eccellenza. Se gli anni del primo conflitto mondiale e dell'immediato dopoguerra si riflettono nella sua produzione attraverso una serie di commesse a destinazione funeraria o commemorativa e celebrativa, ben attestate dal monumento a Cesare Battisti presso la Gran Guardia, o dai vari cenotafi dedicati ai soldati caduti nei Comuni della Provincia, acquisiscono invece un'impronta diversa, maggiormente caratterizzata nel senso di un deciso impegno civile e sociale, le opere del secondo dopoguerra, tra le quali appare emblematico il sacrario alle vittime dell'eccidio fascista di Villamarzana, o quello a Chiesa di Frassinelle Polesine per i morti nella disastrosa alluvione del 1951, come anche la fontana della Riconoscenza nel piazzale della stazione ferroviaria di Rovigo; in questo contesto ben si inquadrano pure altri lavori risalenti agli anni Cinquanta, i fregi della Casa del Mutilato e quelli del palazzo dell'Istituto Autonomo Case Popolari, marcatamente caratterizzati dall'attenzione per le tematiche sociali cui si riferiscono i soggetti rappresentati.
Un certo peso assunse nell'attività dell'artista la committenza ecclesiastica, documentata da interventi al Vescovado e presso alcune sedi religiose della città, per esempio la chiesa della Commenda e la chiesa dei Santi Francesco e Giustina. A sfondo religioso sono anche alcune sculture funerarie, di straordinario impatto visivo ed emotivo, realizzate per committenti privati nei cimiteri comunali di Rovigo e di Grignano Polesine.

 

Virgilio Milani, Torre. Rovigo

Virgilio Milani, Torre. Rovigo, Scuola Media "A. Casalini"
(foto Associazione Culturale Minelliana Rovigo)


Del 1968 è la torre in acciaio inox nel giardino della scuola media Casalini, nel quartiere di San Bortolo a Rovigo, che per la produzione più matura di Milani, allora settantenne, sancì un momento determinante, nella drastica quanto imprevedibile svolta dal figurativo all'astratto.
Parallelamente a questa dimensione pubblica e 'ufficiale', la vena creativa di Milani sviluppò un'intonazione più intima, nella sfera privata, con esiti alquanto diversi e spesso in apparenza contraddittori. A confermare la forte sensibilità e il profondo travaglio interiore dai quali scaturirono le espressioni più autentiche e alte della sua scultura, è la crisi personale e artistica sopraggiunta negli ultimi anni, che spinse l'autore a rivedere e rivalutare in una diversa luce tutto il percorso compiuto, con giudizi severi e inflessibili nei confronti del proprio stesso operato.